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Auto gialle? Poche. Vestiti gialli? Pochi. Arredi gialli? Pochi. Sembriamo diffidenti verso il giallo.
Non è così in oriente e non lo era nel mondo romano. Secondo M.Pastoureau il giallo ha subito poi nella cultura medioevale la competizione con il colore oro, che gli ha "rubato" la sua parte positiva riconducibile al prezioso, al lucente, mentre in tempi moderni il giallo subisce la concorrenza dell'arancione, che rappresenta meglio la gioia e la vitalità.
Il giallo sembra spaventare, troppo vicino al colore del sole, troppo energico: chi empatizza con questo colore ha sicuramente grande ottimismo e fiducia in sè.
Il giallo fugge veloce come la luce che rappresenta: per questo è associato al movimento centrifugo o, addirittura, a un movimento senza confini. Il giallo è una calma eccitazione, una potenza consapevole ed è il colore proprio della calma mentale che opera con lucidità.
Ovviamente è colore che avvisa e che tristemente risalta: gialla la stella a cinque punte voluta dalla follia nazista sulla gente ebrea, gialla la veste di Giuda il traditore. Ma è anche colore apprezzato dai bambini nei loro disegni, come fossero più vicini all'energia vitale che il giallo richiama e più distanti da una regola sociale che diffida da chi si mette in risalto vestendosi di giallo.
Emily Dickinson a proposito del giallo nel 1865 scriveva così:
La natura usa il giallo più raramente
Di ogni altro colore.
Lo serba tutto per i tramonti
Prodiga d'Azzurro
Consuma lo scarlatto, come una Donna
Che il giallo si permette
Solo di rado e con misura
Come le parole di un innamorato.
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